Le recessioni che coinvolgono un singolo elemento dentale possono essere trattate con diversi approcci chirurgici (lembi peduncolati o liberi, tecniche bilaminari). La scelta dipende dalle caratteristiche anatomiche locali dell’area da trattare, dagli obiettivi della chirurgia, dai dati di prevedibilità di copertura radicolare completa e dalle specifiche richieste del paziente. Nei casi di recessioni singole con assenza di tessuto cheratinizzato apicale e laterale e con presenza di un vestibolo poco profondo o di frenuli a inserzione marginale, l’alternativa terapeutica più indicata è la tecnica chirurgica in due fasi, introdotta da Bernimoulin nel 1975 e modificata da Zucchelli e de Sanctis nel 2013. Nel seguente articolo è presentato il caso clinico di una paziente con una recessione gengivale singola sull’elemento 31 complicata dall’assenza di tessuto cheratinizzato apicale e laterale alla superficie radicolare esposta e dall’inserzione marginale del frenulo.
Materiali e metodi
Una paziente di 42 anni, non fumatrice, in buone condizioni di salute generale, si presenta presso il reparto di Parodontologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano lamentando problemi estetici e forte ipersensibilità dentinale a livello dell’incisivo centrale inferiore destro.
La prima fase chirurgica consiste nell’esecuzione di innesto gengivale libero in sede apicale alla superficie radicolare esposta. Il letto ricevente per l’innesto viene preparato tramite disegno di un lembo trapezoidale, che consiste in un’incisione orizzontale eseguita apicalmente al margine della recessione e due incisioni verticali divergenti che si estendono in mucosa alveolare. Il lembo viene scollato a spessore parziale. La dimensione apico-coronale dell’innesto corrisponderà all’altezza del tessuto cheratinizzato presente a livello dei denti adiacenti, mentre quella mesio-distale sarà pari a quella della recessione misurata a livello della CEJ aumentata di 6 mm. L’innesto epitelio-connettivale è posizionato apicalmente alla deiscenza ossea e stabilizzato con punti staccati ai tessuti circostanti e con punti compressivi ancorati al periostio e sospesi.
Dopo 3 mesi si procede alla seconda fase chirurgica che consiste in un lembo spostato coronalmente. Il disegno del lembo è trapezoidale, con due incisioni orizzontali bisellate di 3 mm per lato, mesiale e distale al difetto, e due incisioni di rilascio verticali. L’elevazione del lembo è a spessore misto in direzione corono-apicale. Le papille anatomiche vengono disepitelizzate per creare il letto vascolare che riceverà le papille chirurgiche.
Il posizionamento coronale risulta adeguato quando il margine coronale del lembo rimane senza tensione oltre la CEJ dell’elemento con la recessione. Le incisioni di rilascio vengono suturate con suture singole in senso apico-coronale e le papille chirurgiche e anatomiche vengono sovrapposte e fissate con suture sospese.
Risultati e conclusioni
Per il trattamento del caso clinico presentato, è stata considerata una procedura di innesto gengivale epitelizzato, dal momento che una tecnica bilaminare non risultava indicata. A 6 mesi dalla chirurgia la copertura radicolare risulta essere completa. Lo stato di salute della zona trattata è confermato dall’assenza di sanguinamento al sondaggio e dalla ridotta profondità di quest’ultimo. I risultati vengono confermati a 1 anno.
Significato clinico
La tecnica di chirurgia mucogengivale in due fasi permette di trattare efficacemente e con un’alta predicibilità i casi di recessioni singole che presentano caratteristiche anatomiche locali che controindicano le tecniche bilaminari.
doi: Articolo
[Odontoiatria33 - 01 ott 2020]