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lunedì 23 marzo 2015

Macchie bianche o Leucoplachia?

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Il termine leucoplachia viene utilizzato per identificare una lesione prevalentemente bianca del cavo orale che pone il paziente a un variabile grado di rischio di ammalarsi di cancro orale e la cui diagnosi può essere posta solo dopo aver escluso tutte le altre patologie o condizioni che si manifestano con lesioni orali di colore bianco. Secondo le recenti evidenze scientifiche il paziente affetto da leucoplachia presenta un rischio maggiore di ammalarsi di cancro non solo in corrispondenza della lesione stessa, ma in ogni sede della cavità orale. Numerose malattie possono manifestarsi a livello della cavità orale come macchie bianche. Una diagnosi provvisoria di leucoplachia può essere proposta solo dopo aver scartato tutte le possibili condizioni di natura definita. La diagnosi definitiva di leucoplachia può essere ottenuta unicamente in seguito all'integrazione del dato clinico con quello istopatologico. Clinicamente la leucoplachia appare come una macchia o placca bianca, generalmente asintomatica e localizzabile in qualsiasi sede della cavità orale. Sulla base dell'aspetto macroscopico è possibile classificare queste lesioni in due tipi: "leucoplachie omogenee" e "leucoplachie non omogenee". È importante interpretare la leucoplachia come una lesione dinamica, in virtù delle modificazioni che possono manifestarsi durante il decorso clinico di questa condizione. La frequenza di evoluzione della leucoplachia in cancro orale riportata nella letteratura scientifica risulta estremamente variabile. Gli studi in letteratura che hanno analizzato le implicazioni pratiche degli strumenti ausiliari alla diagnosi delle lesioni orali, da utilizzare negli studi odontoiatrici, denotano una mancanza di efficacia di questi sistemi. Attualmente, il protocollo consigliato è un accurato esame clinico delle mucose orali svolto alla poltrona, seguito da eventuale consulto con lo specialista in Medicina orale che provvederà, se necessario, a effettuare il prelievo biopticoL'adeguata comunicazione e la corretta informazione sono elementi fondamentali per stabilire un'alleanza terapeutica con il paziente, indispensabile nella gestione di pazienti affetti da condizioni per le quali non esistono trattamenti di provata efficacia, come la leucoplachia.